Renato 'RMJ' Gelmini – Digital Miniature Scupltor, Comic Artist, Scriptwriter
Le Religioni fanno Male

Come consuetudine si applica il solito disclaimer dei sogni: questo post è probabilmente di interesse limitato a me e/o ai coprotagonisti, perciò può risultare noioso ad un pubblico generico, continuate a leggere con cautela :)

La scuola era decisamente il mio ITI di Carpi, ma la classe in cui mi trovavo era popolata dalla gente della Comics. La parte interessante inizia durante un cambio dell’ora in cui ci siamo spostati in un’altra aula. Stando a quanto ci è stato detto ad inizio mattinata quel giorno avremmo avuto una insolita lezione di religione, ma di quale religione si trattasse non ci era dato a sapere.

Al nostro arrivo nella nuova aula ci stava aspettando un’atmosfera bizzarra. Tapparelle abbassate quasi del tutto e una serie di insegnati che sembravano usciti da un’inquietante sessione di cosplay. Il tizio che stava parlando aveva la voce di Francesco Pezzulli (doppiatore di Di Caprio, Inuyasha, Sonic in ‘Ralph Spaccatutto’, Kevin in ‘Ed Edd & Eddy’, il principe Naveen de ‘La Principessa e il Ranocchio’, tanto per capirci), ma era l’unico vestito in maniera normale. Dietro di lui, immobili come delle statue, c’erano due tizi veramente inquietanti. Uno era completamente dipinto di giallo e aveva una catena appesa al naso che raggiungeva l’orecchio. L’altro era blu con un vestito lucido dal colletto decisamente esagerato.

Il ragazzo dalla voce accattivante stava facendo dei discorsi sulla morale delle persone, la solita roba populista che viene detta per smuovere un po’ gli animi di solito in occasioni in cui ti vogliono fregare X soldi per venderti fumo, come nel caso della Tacker. In poche parole più che una lezione conoscitiva era evidente come questi tizi fossero lì non per darci un’infarinatura su qualcosa di nuovo bensì per cercare di convertirci alla loro strana religione.

Non ricordo esattamente cosa il magro ragazzotto in camicia e cravatta ci stesse dicendo, l’unica cosa che ricordo di quei momenti era come tutti quanti fossero accalcati attorno a quei tre, circondandoli in ogni direzione. I discorsi erano così assurdi e sbagliati però, che avrei voluto prendere la parola in diverse occasioni ma non non ne sono mai stato capace. Sembrava quasi che la voce del ragazzo avesse uno strano effetto ipnotico su di me. Le sue parole mi stavano affaticando. Ho dovuto sedermi.

Gli estenuanti 50 minuti erano finalmente conclusi e c’era l’intervallo. Tuttavia la lezione non era ancora finita, al termine della pausa ci sarebbe stata un’altra ora con quei tre personaggi strambi. Tutti escono, io non ce la faccio. Mi sento veramente spossato. Noemi e $ito sono gli unici che se ne accorgono e mi si avvicinano, è $ito a parlare: “Renny, ma che hai? Non ti senti bene? Non vieni un po’ fuori?” “No, andate pure, io devo riprendermi un po’, rimango qui.” e i due se ne vanno.

E’ a quel punto, una volta rimasto solo, che mi accorgo che nella classe deserta c’è qualcosa che non va. Una strana brezza mi smuove leggermente i capelli. Mi volto nella direzione da cui proviene e vedo una scena che mi preoccupa alquanto. Al posto della lavagna c’è una specie di apertura, che però arriva fino a terra. Al di là di questa porta c’è una sorta di piccolo spiazzo ovale all’interno di un bosco di alberi fittissimi e neri. Al centro del chiostro arboreo, il cui terreno è coperto da foglie completamente gialle, un menhir dalla punta tondeggiante, coperto di muschio e con un qualche strano simbolo che ricorda una faccia, circondato da diverse pietre più basse come se fossero tante sedie.

Mi alzo in piedi, ma non voglio farlo. Udire il predicatore mi ha fatto qualcosa, perché mi sto avvicinando al boschetto come richiamato da una strana forza. Non riesco a non fissare quel menhir, nonostante abbia la ferma convinzione che se entrassi lì dentro succederebbe qualcosa di terribile. Devo chiedere aiuto ma non lo posso fare: la voce non esce. E’ come se la mia gola non esistesse più, spingo il fiato ma non produco alcun suono, nemmeno un flebile lamento.

I miei ultimi pensieri. “Eppure io non ci credevo a quello che diceva! Perchè proprio io?” e poi “Se non mi vede qualcuno ora è la fine”. Ormai sono dentro.

Finalmente mi sveglio.

 

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