Renato 'RMJ' Gelmini – Digital Miniature Scupltor, Comic Artist, Scriptwriter
Skavenslayer – stavolta in inglese

Immagine di Gotrek & FelixPer la seconda volta il buon servizio blog di aNobii mi dà una mano ad introdurre il secondo libro di Gotrek & Felix, anche se in realtà non si tratta solo del secondo libro, ma del First Omnibus in persona, ovvero la raccolta dei primi tre libri della saga (Trollslayer, Skavenslayer e Daemonslayer) comprato direttamente da mamma Black Library in inghilterra.

Per quale ragione il cambio di lingua direte voi? I motivi sono diversi. Il primo è l’impossibilità di reperire Sangue di Skaven dalla libreria Edison. Il secondo motivo è di tipo economico, visto che comprare l’intera raccolta dei tre libri è costato poco più che comprarne uno singolo nella nostra deludente versione Hobby & Work, ovvero 9.90€ per uno solo in edizione italiana contro gli 11.25€ per l’intera raccolta di Black Library. Il terzo motivo era di pura curiosità, ovvero volevo toccare con mano la vera capacità di scrittura di William King senza avere un traduttore come intermediario e, nel frattempo, valutare meglio la qualità della traduzione del primo libro.

I due First Ominibus di Gotrek e Felix, quello di destra già munito di segnalibroPurtroppo il libro, nel suo tragitto da Nottingham a Modena ha incontrato qualche difficoltà. Ordinato il 22 maggio, una volta toccata la soglia psicologica del 22 giugno, ossia un mese di attesa, mi sono sentito costretto ad indagare e così, raggiunta la posta, ho controllato il foglio dei movimenti della mia PostePay. Con mio sommo orrore ho constatato che i soldi erano stati prelevati regolarmente ma del libro non avevo alcuna traccia. Ho quindi inviato una mail a Black Library e mi è stato risposto che il libro è stato inviato regolarmente il 23 maggio ma, visto il lungo lasso di tempo ormai trascorso, era stato probabilmente perso. Il rimpiazzo mi è stato mandato il giorno stesso e mi ha raggiunto precisamente una settimana dopo, ma dopo altri 7 giorni eccomi arrivare anche il libro che si era perduto!

Cominciamo invece a dare un’occhiata all’oggetto in se. Già a colpo d’occhio è particolarmente evidente che ci troviamo di fronte ad un altro genere di trattamento rispetto alla versione italiana. Il libro è un discreto mattone, la costina è di un bel nero elegante con miniatura della copertina che prende gran parte dello spazio al centro, in alto il logo di Warhammer e appena sotto il titolo del libro. Non stonerà di certo nella libreria di nessuno. Per quanto riguarda la copertina invece potete notare dalla foto in alto che si tratta di una illustrazione piacevole a vedersi e che tutto è al suo posto. Appena lo apriamo abbiamo fortunatamente una piccola descrizione su chi sono i due protagonisti, un paio di pagine dopo troviamo la classica introduzione al mondo di Warhammer (la solita che c’è all’inizio di ogni edizione del Tomo delle Regole: “This is a dark age, a bloody age, an age of daemons and sorcery.” ecc.) e nelle due pagine successive c’è una bella mappa che zooma convenientemente sulla zona in cui avvengono gli eventi narrati nei primi tre libri per passare poi all’indice, altro assente ingiustificato dell’edizione italiana.

Nel voler giudicare la scrittura di King ho cercato di mantenere il cervello il più vigile possibile mentre leggevo, per non incappare nella falsa impressione che dà un libro scritto in inglese a una persona non madrelingua inglese. Insomma, per evitare che la barriera linguistica induca a pensare che è scritto bene e con ricchezza lessicale solamente perché si incappa spesso in parole che non si conoscono o perché non si padroneggia così bene la lingua straniera. Fortunatamente non è stato questo il mio caso, avendo già letto altri libri nella lingua di sua maestà e avendo per mia fortuna un vocabolario piuttosto stipato di termini che vanno un po’ oltre il chit chat di tutti i giorni. Dopo aver riletto una parte di “Blood and Darkness” (un racconto del primo libro) non credo che la traduzione italiana abbia fatto un lavoro così egregio nel trasporre lo stile di King, almeno per quanto riguarda il primo libro della saga.

Passando a Skavenslayer è evidente sin dal primo capitolo che questo libro rappresenta un taglio con il primo tomo. Si parte direttamente senza la solita mini presentazione dei due protagonisti che ammorbava ogni inizio di capitolo di Trollslayer, dando per scontato che si conosca già cosa hanno passato i due e perché sono insieme. Il non dover più leggere della promessa di Felix fatta al nano sotto ai fumi dell’alcool è un grande sollievo e un punto a favore. L’intero libro poi, è finalmente un romanzo a sè stante e non più una raccolta di racconti brevi. La vicenda si svolge nella città di Nuln, la seconda più grande città dell’impero, dove Otto Jaeger, il fratello di Felix, abita e gestisce una rete di solidi commerci. I vari incontri tra i due sono, a mio parere, una delle parti più interessanti del libro, in quanto pian piano i due fratelli si rendono conto di quanto sono diventati diversi da quando le loro strade si sono separate. L’intera vicenda poi è contornata da altri personaggi secondari creati con una buona dose di originalità, raramente li ho trovati noiosi, ognuno di essi aveva qualche peculiarità che mi ha dato anche modo di ripensare ad alcuni di loro tra una pausa di lettura e l’altra. Anche questo è un punto a favore.

Poi ci sono ovviamente gli Skaven. Sono rimasto piacevolmente colpito da come King ha saputo interpretare magistralmente sia le capacità dei singoli clan (Gotrek e Felix combatteranno contro tutti i clan principali) sia le usanze della loro società, ovvero la malcelata codardia e il costante tramare l’uno contro l’altro per l’ascesa al potere. Alcuni dei passaggi con loro come protagonisti sono veramente impagabili e mi hanno regalato più di una risata. I vari intrighi che stanno alla base del piano di conquista di Nuln architettato dal Grigio Veggente Thanquol sono ben congegnati, mai banali e reggono benissimo l’intera trama. L’unica vera nota negativa può essere che, vedendo l’azione sia dal punto di vista dei due protagonisti, sia dal punto di vista degli Skaven, la suspance non sale mai alle stelle e il più delle volte si limita solo allo scoprire o come agiranno gli Skaven o come riusciranno Gotrek e Felix a risolvere quella determinata situazione. Tuttavia molto spesso il confronto tra i due punti di vista si rivela esilarante e la lettura scorre sempre molto piacevole da qualsiasi parte la si esplori.

In ogni caso, se la più grande pecca di Trollslayer era la mancanza di una continuità che impediva di fatto di immergersi nei luoghi e nelle vicende, in Skavenslayer invece l’immersione è un vero piacere da gustarsi fino in fondo. I vari luoghi della città sono descritti meticolosamente e sanno di veritiero. Non è il mondo fantasy delle fiabe per bambini, la città è verosimilmente spaccata in due, con da una parte i nobili che godono di tutte le comodità, dall’altra la gente comune privata di un sacco di cose. King non manca inoltre di ricordare più volte l’olezzo della grande città medioevale, il gran numero di mendicanti lungo le strade, mescolando efficacemente gli elementi del vero medioevo con le culture di Warhammer. Menzione particolare per il Maiale Cieco, la bettola in cui Gotrek e Felix finiranno per lavorare (e risiedere), raccontata in maniera vivida e realistica come non mai.

Insomma, un grosso passo in avanti rispetto a Trollslayer e una grande soddisfazione da parte mia per l’acquisto. Leggere delle gesta del mio Grigio Veggente è stato straordinariamente piacevole e divertente. Speriamo che il trend positivo continui anche con Daemonslayer. Alla prossima recensione. :)