Renato 'RMJ' Gelmini – Digital Miniature Scupltor, Comic Artist, Scriptwriter
Daemonslayer – Cheios is strong!

Immagine di Gotrek & FelixA parte lo schifoso titolo che ho messo a questo post, tra l’altro citazione da una delle frasi dei cultisti del Caos di Dawn of War, ho appena finito di leggere Daemonslayer, il terzo e ultimo romanzo di Gotrek e Felix contenuto nel First Omnibus di cui ho già esaurientemente parlato in questo post, perciò per ulteriori informazioni sull’oggetto e sul secondo romanzo in esso contenuto vi rimando a quanto ho appena linkato.

Voglio scrivere di getto le mie impressioni su questo terzo libro prima che i pensieri appena formulati mi sfuggano di mente, perciò: avanti. Il trend positivo iniziato con Skavenslayer è fortunatamente continuato, impreziosendosi stavolta di alcuni elementi in più che faranno storcere il naso a sempre meno fans della letteratura fantasy tradizionale. La continuità con Skavenslayer è accentuata per prima cosa dal fatto che l’introduzione del libro riporta diligentemente la partenza da una Nuln in ricostruzione e, soprattutto poichè nuovamente il (mio) Grigio Veggente Thanquol e il suo giovane e sottoposto capoguerra Lurk Snitchtongue si presentano di nuovo come nemici della coppia, seppure in maniera totalmente involontaria. I capitoli sono più corti e più numerosi, cosa che rende la lettura più snella e un pelo più piacevole di quanto non sia in Skavenslayer (peraltro già a ottimi livelli). Nella parte iniziale, come nota negativa, cito solamente il fatto che mi sono trovato di nuovo dinnanzi la solita introduzione su chi sia Gotrek e sulla promessa fattagli da Felix sotto i fumi dell’alcool in una taverna della capitale Imperiale. Ovviamente per chi prende in mano il libro singolo per la prima volta può non essere una nota così tanto negativa, ma costui avrebbe già commesso l’errore di non partire dal principio della storia e noi lettori diligenti ce la dobbiamo sorbire nuovamente per colpa di cotali individui. Vabè, passiamo oltre.

Penso si possa affermare con assoluta certezza che i protagonisti di questa storia siano i Nani. Anche questa volta William King ha dipinto magistralmente l’antica razza di minatori nella sua peculiare variante Warhammeresca. Non sono davvero riuscito a trovare una pecca nella loro caratterizzazione durante l’intero libro. In questo libro vediamo la costruzione della prima (e unica, in quanto il progetto è decisamente contro i rigidi regolamenti della Gilda degli Ingegneri) grande aeronave che il vecchio mondo abbia mai visto, il cui scopo è quello di rendere possibile una spedizione Nanica all’interno della desolazione del Caos. Lo scopo di questo viaggio è quello di raggiungere una antica città nanica chiamata Karag Dum, una volta fiorente e grandiosa, ma caduta ormai in rovina a causa dell’espansione della desolazione stessa, che l’ha inghiottita spezzando ogni contatto con il mondo esterno e ne ha quindi segnato la fine.

Custoditi in questa città, oltre agli inestimabili tesori, vi sono due armi runiche di inaudita potenza, una delle quali è un martello da guerra che si dice sia stato donato alla stirpe dei Nani dal dio Grungni in persona durante i tempi antichi. Insomma, un tesoro grandioso, degno di essere recuperato a qualsiasi costo.

Per raggiungere la desolazione e assicurare il successo della missione in un territorio così ostile però, l’aeronave deve compiere alcune fermate, la prima delle quali a Middenheim, e credetemi quando vi dico che la descrizione di questa città mi ha fatto sognare. Non starò lì a ripeterla, ma questo è stato uno di quei momenti in cui mi è saltato all’occhio il motivo per cui non devo giocare a Warhammer Online. Se mai dovessero aggiungere Middenheim al gioco e dovessi trovarmela diversa da come l’ho immaginata mentre la leggevo credo che la mia incazzatura raggiungerebbe livelli inenarrabili, ragion per cui ancora una volta mi riprometto di far stare quel gioco a debita distanza dal mio pc.

Mi interrompo qui nel raccontare le vicende del libro per non spoilerare nulla di troppo importante. Sappiate solo che la parte del viaggio sull’aeronave (che di fatto è uno zeppelin) è davvero molto evocativa. Ho notato un certo calo nel momento in cui sono entrati nella desolazione, ma il ritmo riprende inesorabilmente non appena la meta del viaggio si avvicina. l’unico neo di questa storia è che non finisce! Bisognerà leggersi Dragonslayer per sapere cosa succede al nostro gruppo e al loro “abusivo senza biglietto” :D.

Non ho ancora comprato il Second Omnibus ma dopo questa notte penso che lo farò il più presto possibile. Alla prossima recensione! :)