Renato 'RMJ' Gelmini – Digital Miniature Scupltor, Comic Artist, Scriptwriter
Le Fauve ce la mandi buona!

...e pensare che eravamo sobrii!AKA Cronache di un Festival d’Angouleme decisamente fantastico, perché quest’anno è stato davvero l’anno in cui tutto il duro lavoro di ricerca stilistica ha dato i suoi frutti.

Durante l’ultimo periodo la crisi non è stata clemente con me, perciò sono stato costretto ad affidarmi per la seconda volta alla Scuola Comics di Firenze per raggiungere la mecca del fumetto europeo, il che significa perdersi tutto ciò che avviene dalle 19 in poi. In più non mi sono minimamente informato su chi sarebbe venuto con me e, visto il nervosismo e la paura che hanno caratterizzato le mie ultime due settimane, mi aspettavo già un mesto viaggio tra giovincelli sconosciuti. Fortunatamente alla partenza dell’autobus si è presentata Tania, segretaria della comics che mi aveva tra l’altro anticipato la sua assenza, e Marina, mia ex compagna di corso anch’essa ben conosciuta. Un po’ rincuorato prendo posto accanto a loro due e in pochi minuti eccoci in partenza per la Charente. Ecco com’è andata.

Il primo giorno di fiera è stato interessante. Durante la solita sfibrante fila al padiglione Jeune Talent ho avuto il piacere di conoscere alcuni ragazzi/e veneti che si sono uniti in forze per assaltare le case editrici francesi, molto simpatici e con i quali cercherò di mantenere i contatti. Fino a che, nel pomeriggio, è arrivato il fatal momento di incontrare un editor della Soleil Edition! Con mia somma sorpresa il colloquio con questo gentil signore è stato pressoché fulmineo ed è finito con un enigmatico “Noi non pubblichiamo questo genere di cose.”

Esco dal padiglione con, probabilmente, l’espressione più interrogativa mai sfoggiata in vita. Non me la sono presa, non era lontanamente classificabile come un rifiuto, semplicemente non riuscivo a capire la ragione per cui quelle parole mi erano state dette. Sono due anni che mi rifaccio agli stili di alcuni degli autori che loro pubblicano, perciò non era semplicemente possibile. Esco dal Jeune Talent, vado a fare shopping dalla Soleil e mi munisco del volume incriminato. Pian piano, durante la serata al monastero, il mistero viene svelato. Nonostante all’inizio della fila non ci fosse scritto, l’editor in questione seguiva la collana Soleil Celtic, che si occupa di stili di disegno molto realistici. Il mio obiettivo è un altro, sono anni che lo inseguo, ma quest’anno avevo in mano la soluzione al mio quesito.

Per svelare l’arcano è bastato leggere chi curava il fumetto che avevo tra le mani. Era fatta, ora avevo un nome e un obiettivo. Ho passato i giorni successivi a schierare tutta la faccia tosta che mi era possibile schierare e a tampinare lo stand della Soleil, in particolar modo la sua “porticina segreta”, fino a che non ho saputo il nome di chi vi si celasse. Era lui! Dovevo riuscire a incontrarlo a tutti i costi. Dopo aver aspettato, dopo aver resistito alle minacce della signora che ci intimava di aspettare più lontano dalla porta, dopo aver sopportato un ragazzo e una ragazza italiani fastidiosamente egocentrici che si credevano gli unici degni di essere visionati, eccolo uscire e venire allo scoperto. I due wannabe superstar vengono liquidati, era il mio turno.

Fuori pioveva a dirotto. Il tendone traballava in maniera preoccupante. “We’re gonna die!”.

Di com’è andata vi dirò solo una cosa: dopo aver avuto la sua mail personale mi sono allontanato dallo stand, mi sono accostato a una delle uscite di sicurezza in cui non c’era folla, ho telefonato a Noemi e sono riuscito a farfugliare solo poche parole di senso compiuto prima che la gioia e il nervosismo represso mi facessero scoppiare in lacrime. E’ stato il miglior responso che potessi mai sognare di avere. E lui è pure una persona simpatica, che non guasta mai.

La cosa poteva anche finire lì. Ero talmente felice che sarei stato invulnerabile a qualsiasi altra cosa (maltempo compreso in effetti, visto che camminavo sotto la pioggia senza ombrello ingnorandola totalmente). Il caso però aveva in serbo per me un ulteriore incontro interessante. Casualmente mi sono imbattuto in Luis, ragazzo portoghese della Scuola che è praticamente già perfetto per Marvel o DC. Stava andando a incontrare Mr. Didier Crisse, così mi sono accodato e ho chiesto di assistere al colloquio.

Lo abbiamo “disturbato” mentre stava festeggiando a suon di spumante il suo primo libro pubblicato in America. O meglio “ok, è il secondo, ma è il primo bello, quell’altro fa schifo” si è corretto dopo. Luis aveva una marea di tavole ed è rimasto lì un tempo spropositato, mentre Mr. Crisse ci porgeva lo smartphone per farci vedere disegni, illustrazioni, dare consigli e quant’altro. Ma più lui parlava e più mi rendevo conto che il mio stile poteva forse fare più breccia di quello di Luis. Così alla fine ha acconsentito a vedere anche i miei ed è uscita una cosa del tipo: “Hai provato a mostrare i disegni ad Ankama?” e io “Sì, ho provato stamattina, ma mi hanno detto di tornare dopo un’ora e quando sono tornato l’editor era sparito” “eeh, c’est Angouleme. Facciamo così, vieni domani alla Soleil verso le 15:00 che ti ci porto io, secondo me loro sono interssati”. Non mi ci voleva altro per concludere la serata!

Il giorno successivo però sono rimasto ad aspettarlo davanti a Soleil fino alle 16, ora in cui è effettivamente arrivato e “mi spiace, sono stato trattenuto a pranzo. Ora devo disegnare (era in ‘dedicacés’ alle 16 in punto NDR) però l’editor c’è, digli che ti mando io”. E così ecco il colloquio. La critica principale riguardava le tavole più vecchie che avevo nel book, sul fatto che all’interno delle figure in primo piano dovevo fare linee più sottili. Alché ho tentato un “Queste però sono tavole più vecchie, se guardate quelle nuove è possibile che abbia già risolto” un paio di tavole dopo infatti era lì a dirmi quanto “funzionava” questo e quanto andava bene quello. Scambio di contatti niente male anche lì. Mr Crisse c’aveva preso!

A coronare tutto questo anche un bel dopocena col buon Matteo Casali, che non incontravo da un bel po’ e che non ha rifiutato un brindisi o due. O tre :)

Au revoir Angouleme 2013. Ora si spacca!